Purtroppo i fiordi occidentali non siamo riusciti a visitarli.
Eravamo curiosissimi di conoscere quella che tutti definiscono la parte più selvaggia e spettacolare dell’Islanda, ma il tempo a disposizione non era molto e le condizioni meteorologiche non erano delle migliori: lungo la strada ci siamo imbattuti in due tempeste di neve particolarmente intense e non potevamo rischiare di rimanere bloccati perché i giorni del nostro viaggio erano giunti al termine. Quindi da Akureyri siamo arrivati direttamente a Stykkishólmur.
Lungo la strada gli immancabili cavalli islandesi (che NON SONO PONY!) ci hanno tenuto compagnia e dopo aver guidato per 500 km, attraversando paesaggi splendidi, sotto la neve battente o scaldati dal sole, verso il tardo pomeriggio siamo arrivati in un grazioso paese affacciato sul mare: Stykkishólmur.
Qui abbiamo alloggiato in una guesthouse splendida, la Höfði che offriva tra l’altro una super tub esterna per rilassarsi nell’acqua calda a fine giornata. Ma prima di cadere in tentazione abbiamo fatto un salto a vedere la curiosa cattedrale del paese.
Poi, quando ormai il sole stava tramontando, siamo saliti in cima al monte Helgafell, dal quale si può godere di una vista meravigliosa sulla costa settentrionale della penisola e, in lontananza si possono scorgere i fiordi occidentali. La frastagliata Penisola di Stykkishólmur si protende verso nord nello spettacolare Breiðafjörður (“fiordo ampio”), un vasto corridoio di mare che separa la Snæfellsnes, dalle imponenti scogliere dei distanti Fiordi Occidentali. Secondo una leggenda locale, ci sono solo due cose al mondo impossibili da contare: le stelle nel cielo notturno e le isolette rocciose della baia.
Una leggenda narra che se si sale sul monte Helgafell (alto solamente 73 m) 1) partendo dalla tomba dell’eroina Guðrún Ósvífrsdóttir, protagonista della saga “The Saga of the People of Laxárdalr”, 2) senza mai voltarsi mai indietro, 3) raggiungendo i resti del tempio di Thor posto sulla cima guardando verso est, si possono esprimere 3 desideri (senza dirli ad alta voce) che si avvereranno.
Noi lo abbiamo fatto!
La mattina seguente, prima di proseguire il viaggio alla scoperta della penisola, volevo visitare un altro luogo che mi incuriosiva molto: la libreria dell’acqua. Si tratta di una mostra permanente dell’artista americana Roni Horn che ha collocato 24 pilastri cavi di vetro, riempiti fino all’orlo di acqua ricavata da un ghiacciaio islandese diverso. L’istallazione è stata allestita nella vecchia biblioteca comunale, uno spazio sempre inondato di luce. La luce si riflette nei tubi pieni d’acqua e sul pavimento compaiono degli aggettivi in inglese e islandese che descrivono che tempo fa all’esterno. Purtroppo però il museo è aperto solo nei mesi estivi.
E così abbiamo continuato il nostro viaggio, fermandoci qua e là lungo la penisola, poco nota ai turisti ma per me di una bellezza estrema.
Pochi chilomentri ad ovest di Stykkishólmur ci siamo imbattuti nel Monte Kirkjufell e nella vicina cascata Kirkjufellsfoss, due tra i soggetti più fotografati in Islanda. Anche io mi sono innamorata di questo monte perfettamente conico, proteso nel mare. La roccia dà l’impressione che il monte stia danzando piroettando su se stesso e il paesaggio, se ammirato dall’alto della cascata, è di una bellezza perfetta.

Mt. Kirkjufell e Kirkjufellsfoss (foto: Anna Luciani)
Raggiungendo la costa meridionale della penisola si possono incontrare numerosi punti di interesse, perfetti per un’escursione a piedi o una semplice sosta per riempirsi gli occhi di bellezza:
- il cratere di Saxholl
- la spiaggia di lava nera di Djúpalónssandur che si raggiunge attraversando un grande campo di lava puntellato da immense rocce.
- la passeggiata da Arnarstapi ad Hellnar
- le foche a Ytri Tunga (le foche le abbiamo viste ma non avevo con me la macchina!), quindi surprise!
Mi era già capitato per Kangaroo Island, in Australia, e ho avuto una sensazione simile qui, nella penisola di Snaefell: è come se questo luogo racchiudesse in sé una sintesi del Paese a cui appartiene, come se fosse una narrazione veloce ma completa, delicata ma precisa dell’Islanda.
Percorrerla, nel silenzio di una natura enorme e forte, ammorbidita dal sole e dalla neve, incontrando pochissime persone e attraversando qua e là solo pochi villaggi ai piedi del vulcano e affacciati sul mare è stato emozionante, coinvolgente.

Snæfellsnes Peninsula (foto: Anna Luciani)

Snæfellsnes Peninsula, pranzo al sacco (foto: Anna Luciani)

Snæfellsnes Peninsula (foto: Anna Luciani)

Snæfellsnes Peninsula (foto: Anna Luciani)
QUANTO STARE: Io consiglio almeno due giorni
DOVE DORMIRE: Noi abbiamo dormito in due belle strutture:
- la guesthouse Höfði a Stykkishólmur
- Guesthouse Hof, vicino a Ytri Tunga, sulla costa sud della penisola. La sera, passeggiando lungo la spiaggia una paio di foche sono venute a salutarci!
Qui trovate l’elenco completo di tutti gli itinerari e i rispettivi link: In Islanda lungo la Hringvegur (Strada 1) e alcuni consigli su come organizzare viaggio e valigia: Islanda – istruzioni di viaggio – organizzare da zero un viaggio in Islanda in inverno
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