L’ISOLA DEL CANGURO, del koala, delle foche, dell’echidne, dei serpenti…

08/12 febbraio

Inizialmente a Kangaroo Island dovevamo fermarci solo 3 giorni. Dopo la prima sera, trascorsa su una terrazza di legno coperta di stelle, cercando di scovare nel buio della notte le ombre di canguri e echidne, abbiamo deciso di posticipare il rientro.

Kangaroo Island è un’isola che consiglio assolutamente a chi decide di fare un giro in Australia: è come se fosse una riproduzione in miniatura del Paese a cui appartieneUna costa piena di spiagge incantevoli, una natura popolata dagli animali più tipici, strade sterrate all’interno, parchi naturali tra i più belli e caratteristici e fitti di decine e decine di eucalipti di specie diverse!

mappa di Kangaroo Island

mappa di Kangaroo Island (fonte: http://www.walkingsa.org.au)

L’isola è grande, attraversata da poche strade principali asfaltate. Per il resto è terra battuta ad ondine: il nostro furgone ne ha risentito un po’ ma non potevamo andar via senza averla visitata in lungo e in largo!

Sull’isola abbiamo conosciuto Anna, mamma milanese di ben 5 ragazzi, che con il marito Pat si è trasferita sull’isola per poter avere uno stile di vita più lento, tranquillo, rilassato e sicuro, a contato un una natura forte, selvaggia ma allo stesso tempo rassicurante. Vivere sull’isola ha dei limiti: varietà e prezzo dei cibi, un po’ di isolamento dal continente, che di per sé è già abbastanza isolato. Ma se si è alla ricerca di natura e vita semplice questo è il posto ideale.

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da destra: Simone, Anna, Pat e io

Anna vive e Kingscote, considerata la “capitale” dell’isola. Si tratta in realtà di un piccolo paese affacciato sul mare, dal fascino antico tipico dei villaggi di pescatori nelle località di mare. Gli altri due paesi sono Penneshaw, dove attracca il traghetto che arriva dal continente (da Cape Jervis) e Parndana.

Purtroppo alcuni dei parchi non sono accessibili se non accompagnati da una guida, ma nonostante questo, semplicemente perdendosi per le stradine affiancate da alberi eucalipti enormi e dal tronco contorto è possibile avvistare tutti gli animali che popolano l’isola: canguri, koala, rettili di vario tipo ma anche echidnee e addirittura serpenti velenosi (sono molto rari e quelli pericolosi appartengono a due sole specie, una delle quali talmente piccola che la bocca del serpente non è in grado di mordere un uomo)

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Echidna. Sembra una specie di riccio gigante, in realtà appartiene alla stessa famiglia dell’ornitorinco: è un mammifero che depone le uova (foto: http://vroum52.com/animauxdaustralie.html)

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“Lucertole” (foto: Anna Luciani)

L’isola è frequentata anche da una colonia di pinguini che raggiunge, la notte, le spiagge del villaggio di Penneshaw.

Una delle colonie più popolose e presenti da sempre sull’isola è quella dei leoni marini. Vere e proprie foche dalla pelliccia folta che, sulla nuca dei maschi adulti, assume una tipica colorazione chiara che sembra una criniera leonina. Questa colonia di foche si è salvata dal genocidio compiuto durante l’epoca delle conquiste da parte degli europei grazie alla barriera corallina che circonda la spiaggia scelta come dimora (Seal Bay), in grado di tenere lontano predatori umani e marini.

Un’altra colonia di foche si trova in una delle spiagge comprese nel Flinders Chase National Park, il parco naturale più importante dell’isola che ne occupa la punta occidentale, proprio ai piedi del faro.

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Lighthouse a Flinders Chase (foto: Anna Luciani)

Qui le correnti fredde del mare e del vento che arrivano direttamente dal Polo Sud hanno modellato la roccia delle scogliere creando vere e proprie sculture fluide e incredibili.

L’Admirals Arch è un arco di roccia spettacolare che crea una finestra naturale sull’oceano abitata da tantissimi leoni marini spiaggiati.

Le Remakable Rocks invece sembra una vera e propria sono una sorta di installazione artistica naturale: pietre modellate dal vento appoggiate come fosse su un piedistallo su una cupola di granito circondata a sud dal mare e per il resto fa una vegetazione aspra e fitta. 

L’isola è completamente circondata da spiagge bellissime, e nonostante a sud soprattutto (ma un po’ ovunque per i miei canoni) l’acqua abbia temperature polari, il colore del mare vince qualsiasi titubanza e attira anche il nuotatore più freddoloso a fare un bagno.

Vivonne Bay (costa sud)

Pennington Bay (costa sud)

Snelling Beach (costa nord)

Stokes Bay (costa nord)

Emu Bay (costa nord)

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Emu Bay (foto: Anna Luciani)

Island Beach (costa nord)

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Island Beach (foto estratta da ripresa con drone: Simone Chiesa)

L’isola ha una economia basata principalmente sull’allevamento di mucche, in particolare Black Angus, e pecore. I pascoli sono tantissimi ed è divertente a volte osservare canguri e pecore da lana dividere spazi e acqua! Strana accoppiata no?

Oltre all’allevamento è l’agricoltura che occupa la maggior parte dei terreni produttivi, e al di là dei cereali, ci sono alcuni prodotti tipici di Kangaroo Island che rappresentano attività di grande importanza, oltre che di valore storico culturale.

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allevamento di pecore (foto: Anna Luciani)

Si tratta della produzione di miele e olio di eucalipto.

Clifford’s Honey Farm

Le prime api sull’isola sono state importante a fine’800 dagli immigrati italiani. Sono pure api liguri al 100%. Non potendo raggiungere il continente vista la distanza (e non potendo altre api arrivare) non si sono mai incrociate con altre specie. Queste api si caratterizzano per il loro carattere estremamente tranquillo tanto che a volte l’ape regina viene trasferita in altre arnie particolarmente “agitate” o aggressive per tranquillizzare le api operaie.

Abbiamo visto le arnie e Bev, una delle figlie della famiglia, ci ha mostrato i macchinari usati per dividere il miele dalla struttura delle celle, che è poi la sostanza fa cui di ricava la cera per le candele ad esempio.

Il miele prodotto ha diverse qualità in base alla tipologia di pianta da cui le api succhiano il nettare e varia in base al periodo dell’anno. Noi, altre al loro gelato al miele, specialità della farm, abbiamo assaggiato tre diverse tipologie di miele: di …, di …. e di …… Si tratta principalmente di diverse varietà di piante di eucalipto.

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Piante e stagioni

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a febbraio si può provare miele di eucalipto di tre specie diverse: Mallee, Sugar Gum, Blue Gum (foto: Anna Luciani)

Gli alberi di eucalipto sono piante autoctone (in Australia e a Kangaroo Island). Ne esistono centinaia di specie diverse ma solo venti di queste sono utilizzabili per l’estrazione dell’olio essenziale di eucalipto.

Emu Ridge

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La Emu Ridge è una distilleria storica e importante per l’isola (foto: Anna Luciani)

Noi abbiamo trascorso una mattina in compagnia di Larry, figlio del fondatore dell’attività e attuale proprietario della Emu Ridge. La sua famiglia vive sull’isola da sempre e lui conosce benissimo queste terre.

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Larry ed io (foto: Simone Chiesa)

Il procedimento per la produzione è semplice: si tagliano i rami della pianta quando questa è ancora un arbusto (crescendo diventa un vero e proprio albero, ma occorrono circa 20 anni) e si mettono a cuocere in un calderone posizionato sopra ad un grande forno. In questo modo è possibile estrarne l’olio racchiuso nelle foglie, visibile addirittura se ne si osserva una contro luce.

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un po’ di shopping non poteva mancare

I rami utilizzati vengono poi utilizzati per un nuovo fuoco, consentendo un procedimento estremamente sostenibile da un punto di vista ambientale. Larry ama la sua terra, e ha fatto crescere un’azienda che oggi può essere ritenuta perfettamente ecosostenibile, sia per il contesto (sfruttando materie locali che vengono però reinserite in natura contribuendo alla loro ricrescita), sia da un punto di vista energetico. Tutta l’energia elettrica che utilizzano per l’attività produttiva e per la vita quotidiana deriva da pannelli solari e l’acqua utilizzata nella proprietà è solamente di origine piovana.

Sull’isola l’unica “minaccia” all’attività sono, ahimè, i Koala. I koala non sono autoctoni, sono stati importati a Kangaroo Island nel 1920 per far fronte al sempre più pressante problema della loro estinzione in continente (bush-fire, urbanizzazione, dingo ecc.).

Sull’isola hanno trovato un habitat ideale e la comunità è cresciuta rapidamente, raggiungendo oggi i 27.000 esemplari. Il problema è che i koala si cibano sono di foglie di eucalipto (di un numero ridotto di specie di eucalipto) e in pochissimo tempo (c’è chi dice una sola notte) sono in grado, mangiando, di provocare la morte di alberi vecchi di 20 anni. In questo modo distruggono l’ambiente e il loro stesso habitat minacciando la loro sopravvivenza.

Il governo ha fatto fronte al problema provando a sterilizzare una parte degli esemplari, senza grandi risultati. Quindi ad oggi la convivenza tra Koala, specie comunque alloctona, e flora autoctona rimane un problema aperto e irrisolto. A questo si affianca la presenza massiccia di canguri. Anche il numero di questi animali è cresciuto notevolmente, tanto che il governo ha consentito l’abbattimento di alcuni esemplari. La cosa assurda, al di là del metodo (condivisibile o no) è che gli animali uccisi non possono essere mangiati o utilizzati in alcun modo, ma devono essere lasciati in natura. Qui la carne di canguro è molto apprezzata, perché eventualmente non utilizzare questi esemplari dal momento che si è deciso di ucciderli?

Sono temi molto delicati.

L’equilibrio di un sistema ambientale dipende da numerosissimi fattori e purtroppo (e per fortuna) non è possibile applicare una regola generale e teorica a tutti i casi. Larry ritiene che forse un’alternativa potrebbe sarebbe quella di adottare, anche per i Koala, lo stesso metodo utilizzato per i canguri. Sono idee molto personali, e sicuramente impopolari, ma comunque motivate da una profonda conoscenza del territorio, dell’ambiente, e da un rispetto reale per l’ecosistema in cui vive.

È un peccato non essere sull’isola a luglio: Kangaroo Island infatti ospiterà la quindicesima conferenza internazionale delle isole del mondo “Small Island Communities: Models for Global Survival“, dove si parlerà tra l’altro anche di questi temi.

Per questa bella visita e per il bell’incontro con Anna e Pat devo ringraziare il Sig. Landi tramite il quale ho “conosciuto” Samuele e il suo papà. Samuele, un ragazzo delle mie parti, in quinta liceo ha partecipato ad uno scambio culturale di 6 mesi. Ha studiato nella scuola dell’isola e vissuto a casa di Anna. Credo che per lui sia stata un’esperienza unica, una fonte di ricchezza culturale, umana e personale senza pari. L’ho invidiati un po’ 😉

INFORMAZIONI 

COME ARRIVARE

Per arrivare sull’isola ci sono 3 modi principalmente:

  1. in aereo da Adelaide (ci vuole circa mezz’ora)
  2. in auto + traghetto. Il servizio é compiuto dalla compagnia Sealink.
  3. Con un tour organizzato. Ce ne sono di vario tipo e partono da Adeliade. Io eviterei quelli in giornata, sicuramente pieni e interessanti… ma l’isola merita almeno due o tre giorni.
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I traghetti della Sealink KI arrivano a Penneshaw (foto: Anna Luciani)

VISITE GUIDATE

Kangaroo Island regala spontaneamente la sua natura e i suoi paesaggi anche al turista/visitatore più disorganizzato, ma se volete godere appieno delle meraviglia dell’isola potete organizzare un’escursione guidata. Io vi segnalo la compagnia: Kangaroo Island Odysseys. In base alla nostra esperienza lo consigliamo

  • per i luoghi che abbiamo visitato, non accessibili senza permessi (ad esempio la spiaggia dei leoni marini);
  • per le informazioni ricevute
  • per la disponibilità e la preparazione delle guide locali

DORMIRE

Al di là del couchsurfing, noi sull’isola abbiamo sperimentato altre due “sistemazioni” alternative:

  1. Vivienne Bay Lodge, di proprietà di Sealink. E’ una bella struttura, semplice ma immersa nella natura. Ci sono varie camera a disposizione per 4/6 persone, bagni in comune, molto puliti, e una zona giorno (all’aperto e al chiuso) dove poter cucinare e rilassarsi circondati solo dal rumore della foresta e degli animali sotto un cielo incredibile!
  2. Free camping. Sull’isola vale davvero la pena. Noi con il nostro furgoncino eravamo attrezzatissimi anche col bagno, però in giro e vicino alle spiagge si trovano bagni pubblici e bbq dove cucinare. I parcheggi vicino alle spiagge sono meravigliosi e svegliarsi la mattina con vista sul mare carica le energie per tutta la giornata e oltre! Sull’isola è possibile affittare un campervan, visitate questo sito: Kangaroo Island Campers

ALTRE FOTO

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Installazione (foto: Anna Luciani)

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3 risposte a “L’ISOLA DEL CANGURO, del koala, delle foche, dell’echidne, dei serpenti…

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