Sono nata a Comacchio, un posto splendido: un centro storico suggestivo e unico nel suo genere; un contesto ambientale e paesaggistico ancora poco conosciuto per il reale potenziale che racchiude: valli, fenicotteri, saline, pesci… una natura di una perfezione e bellezza che mi rendono orgogliosa di essere di queste zone…
Ma diciamoci la verità, il mare non è il nostro forte.
Abbiamo spiagge lunghissime, nei lidi sud, adatte agli amanti degli sport estivi (che probabilmente si sono fatti inchiodare sulle piante dei piedi solette di gomma anti ustioni): beach volley, beach tennis, biglie, bocce, piscine… Spiagge in cui i bambini possono ricostruire il fossato del castello Estense di Ferrara in scala 1:1 tanto è lo spazio che hanno a disposizioni. Diverso per i lidi nord, ma tra campeggi, parchi gioco ecc. la riviera offre tantissimo.
Ma io, comacchiese residente a Ferrara, a luglio, dopo una settimana di lavoro a 40 gradi con un tasso di umidità pari al 98% avrei solo voglia di fare un bagno! E per fare un bagno i “miei lidi” non sono il primo posto a cui penso.
È per questo motivo che l’anno scorso, durante la visita di Caronte, uno dei simpatici anticicloni equatoriali che hanno bussato alle nostre finestre nel periodo estivo, ho organizzato una fuga “alternativa” per un week end di luglio. Esperienza che spero di ripetere a breve.
Documentandomi su internet ho scoperto che sono numerosi i fiumi balneabili negli Appennini emiliani-romagnoli, molti di questi offrono splendide cascate e percorsi più o meno semplici in mezzo al verde, rinfrescanti e rigeneranti per mente e corpo. (Per info: “Le cascate più belle dell’Emilia Romagna 1” e “Le cascate più belle dell’Emilia Romagna 2“)
Simone ed io abbiamo scelto le cascate di Acquacheta, nel forlivese.

Cascata di Acquacheta (foto: Simone Chiesa)
Siamo partiti di sabato mattina con il nostro Falcon: un furgone camperizzato rosso, la nostra casa delle vacanza. Direzione: San Benedetto in Alpe.
Noi abbiamo la fortuna di poterci muovere portandoci appresso tutto ciò che ci occorre con la tranquillità di avere sempre un posto in cui dormire, ma anche se il paese è davvero piccolino, non mancano strutture per dormire e mangiare. Ci sono locande e alberghi e alcuni campeggi, oltre a vari airbnb, b&b nei dintorni. Vi lascio qualche contatto:
- Albergo ‘Acquacheta’ – Via Molino 46, San Benedetto in Alpe. Tel. +39 0543 965314
- Locanda Maneggio ‘Rio Destro Trekking’ – Via Biforco 7, San Benedetto in Alpe. Cel. +39 349 1596520
- Ostello Comunale – Via Acquacheta 7, 47010 San Benedetto in Alpe. Tel. 0543 965279
- Ristorante Pizzeria ‘Il Laghetto’ (appartamenti) – Via Molino 11, 47010 San Benedetto in Alpe. Tel. +39 0543 965241 / Cel. +39 348 7236044
- Camping ‘Acquacheta’. Viale Acquacheta 7/B, 47010 San Benedetto in Alpe. Cel. +39 342 9482909 o +39 345 1859788
Siamo arrivati nel pomeriggio, dopo aver percorso una bella strada di montagna lungo la vallata del fiume Montone, e dopo esserci rinfrescati al fiume che attraversa il paese, abbiamo chiesto la disponibilità di una piazzola nel Camping Acquacheta, posto semplice ma organizzato e soprattutto vicinissimo all’accesso del sentiero per le cascate.
Per la cena siamo capitati un po’ per caso al Ristorante “Il laghetto” : una scelta fortunatissima. Complice il giardino sul fiume, la temperatura fresca nonostante fosse luglio, abbiamo mangiato un menù a base di carne e verdure di primissima qualità e a “Km vicino”: porzioni abbondanti e cucina casalinga di ottimo livello ad un prezzo davvero onesto. Uscire a cena e rientrare felici.
La mattina ci siamo svegliati con calma… la sveglia all’alba la lascio suonare prevalentemente per lavoro, consapevole di perdere spesso spettacoli e momenti della giornata che meriterebbero qualche ora in meno di sonno… ma nonostante questo siamo riusciti a goderci una splendida passeggiata nel bosco. Una domenica indimenticabile.
Il percorso, che parte dal paese, è semplice. Adatto anche a bambini. Meglio partire leggeri: uno zaino con telo, un costume di ricambio, la crema, qualche panino, acqua, possibilmente scarpe da tennis ai piedi, la passeggiata risulta sicuramente più facile.
Lungo il percorso sono diversi i posti in cui fermarsi, per mangiare, fare il bagno, leggere e rilassarsi! Noi abbiamo preferito arrivare fino alla cascata seguendo il sentiero, incamminandoci poi per qualche decina di metri lungo il letto del fiume, lontani dalla calca di gente che sotto l’acqua si gode il paesaggio e la giornata in mezzo alla natura.

Cascata di Acquacheta (foto: Anna Luciani)

Cascata di Acquacheta (foto: Anna Luciani)

Cascata di Acquacheta
In realtà il percorso prosegue in salita verso l’altopiano…ma io ho desistito e sono rimasta a godermi l’acqua fresca di Acquacheta. Pranzo al sacco, un tuffo veloce e rigenerante per poi ridiscendere verso San Benedetto, godendoci ancora qualche scorcio e pausa rigenerante lungo il fiume.

Cascata di Acquacheta (foto: Anna Luciani)
Prima di tornare alla base ci siamo fermati in una piccola ansa del fiume, rilassandoci e giocando con l’acqua che lenta e ghiacciata scende verso valle, disegnando con gli alberi e il bosco attorno paesaggi incantevoli.

Cascata di Acquacheta (foto: Anna Luciani)

Cascata di Acquacheta (foto: Anna Luciani)
Due giorni in questo posto magico possono essere sufficienti, anche se io consiglierei di organizzarsi per rimanere almeno un giorno in più. Non serve molto per pianificare il week end: il fiume e le cascate sono facilmente accessibili e raggiungibili. Il week end in cui siamo stati noi il sentiero non era per niente affollato, mi auguro sia sempre così.
Quale modo migliore per rilassarsi e godersi l’estate?
Alla prossima cascata!
Articolo davvero interessante, dal momento che sono un grande appassionato di cascate. Appena avrò la possibilità organizzerò una gita in Emilia Romagna.
Saluti
Carlo
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Grazie mille Carlo! Spero nel frattempo di poter aggiungere qualche altra possibile tappa emiliana!
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