Dato che fino a pochi giorni fa non si poteva ancora uscire dai confini delle nostre Regioni, abbiamo colto la palla al balzo e siamo partiti alla scoperta delle bellezze dell’Emilia Romagna. E visto che nonostante fosse solo fine maggio qui a Ferrara il caldo aveva iniziato già a farsi sentire, siamo partiti per un luogo fresco e affascinante: le Cascate del Dardagna, immerse tra i i boschi dell’Appennino nel Parco del Corno alle Scale.
Noi ci siamo concessi una breve gita di due giorni nel Parco del Corno alle Scale sfruttando la comodità e la libertà del nostro Mr. Falcon, ma in zona ci sono alcune strutture molto interessanti! Prima di arrivare abbiamo fatto tappa alle Grotte di Labante, poi siamo saliti con una splendida e facile passeggiata fino al Lago Scaffaiolo e infine abbiamo percorso il sentiero che affianca i sette salti delle Cascate del Dardagna.
IL SENTIERO DELLE SETTE CASCATE
Il percorso inizia al Santuario della Madonna dell’Acero. Qui potete parcheggiare l’auto che recupererete al ritorno. La struttura e il grande acero, dove si dice sia apparsa la Madonna, oggi “zoppicante” e sostenuto da bastoni, sembrano usciti da un racconto ambientato secoli fa: semplicità, sacralità e silenzio avvolgono questo luogo, teatro di una famosa leggenda. Se volete approfondire la storia del Santuario vi rimando a questi link:
Santuario della Madonna dell’Acero Acero Santuario della Madonna dell’Acero
Dopo aver visitato il Santuario seguite le indicazioni per il sentiero CAI 331 che parte dietro l’edificio e che, immerso in un ombroso e rilassante bosco di faggi, risale il percorso del torrente Dardagna accompagnandovi, tappa dopo tappa, sotto e sopra gli spettacolari salti formati dal Dardagna (il sentiero è detto anche “sentiero delle sette cascate”). Arrivare al primo grande salto è molto semplice: il sentiero è largo, spesso in discesa e adatto anche a bambini e anziani.
il bosco di faggi cascate del dardagna: il primo salto
Dopo il primo salto (alto 15 metri) il sentiero (333 CAI) che sale sulla sinistra della cascata inizia ad essere più ripido ed è considerato di media difficoltà. I gradoni e le staccionate rendono la passeggiata fruibile da tutti, ma sicuramente per bimbi piccoli può essere impegnativo e difficile.
sentiero 333 CAI sentiero 333 CAI
La bellezza delle cascate comunque ricompenseranno dello sforzo.
cascate del dardagna cascate del dardagna cascate del dardagna cascate del dardagna cascate del dardagna, l’ultimo grande salto
Dopo l’ultimo grande salto (alto 30 metri) raggiungerete una piccola cascata: qui il sentiero si divide.
l’ultima cascatella
Noi abbiamo proseguito seguendo il sentiero 333 sulla destra, ritrovandoci agli impianti sciistici di risalita da cui eravamo partiti per raggiungere il Lago Scaffaiolo. In realtà quasi tutti imboccano il sentiero 337 sulla sinistra sbucando all’altezza del Lago del Cavone. In questo modo il trekking è più breve e veloce. Noi ci siamo sbagliati perchè non avevamo visto le indicazioni. L’ultimo tratto è meno interessante, quindi vi consiglio di seguire il sentiero 337.

Qui potete mangiare nel ristorante affacciato sul laghetto artificiale color smeraldo (Lago del Cavone) e poi scendere lungo la strada forestale o ripercorrendo il sentiero appena fatto fino a raggiungere di nuovo il Santuario.
INFO PRATICHE – CASCATE DEL DARDAGNA
Servono:
- scarpe da trekking
- acqua
- cibo per il picnic. Lungo il sentiero ci sono aree in cui potete fermarvi per riposare e magiare. Se invece preferite fermarvi al ristorante potete sedervi al ristorante del Rifugio Cavone o al Ristorante/Hotel dell’Acero
Orientarsi lungo il percorso è molto semplice e i sentieri sono ben indicati ad eccezione del sentiero 337 per il Lago del Cavone: prestate attenzione dopo l’ultimo salto, il sentiero si trova sulla sinistra.
Portatevi:
- crema solare
- un cappello
- una giacca anti vento (spesso in cima le raffiche sono forti)
Nel periodo estivo potete tranquillamente bagnarvi nelle pozze di acqua o lungo il torrente.
Il percorso è lungo 5 km e dura circa 2,5/3 ore. Proseguendo lungo il sentiero 333 si allunga di alcuni chilometri.
stranezze della natura il bosco di faggi non ri scordar di me un tetto di foglie
DOVE DORMIRE E DOVE MANGIARE AL PARCO DEL CORNO ALLE SCALE
Noi abbiamo dormito in furgone ma, dopo la passeggiata in montagna siamo scesi verso valle per una merenda e siamo capitati, quasi per caso, a La Cà, frazione di Lizzano in Belvedere. Alla fine ci siamo riposati un po’ in furgone e abbiamo atteso fino all’ora di cena per un’ottima cena a base di polenta, funghi e cinghiali. L’agriturismo ha a disposizione anche camere e appartamenti ed è parte di un piccolo ma incantevole borgo del 1600, con tanto di fontana e chiesetta.
Vale davvero la pena.
Cà Gabrielli
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Stupendo ci sono stata due volte ..ben tenuto e percorso tutto all’ombra 👍
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Grazie di cuore Sara! Per qualsiasi domanda o curiosità sono a disposizione
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