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La nostra permanenza a Bellingen si era fatta di colpo molto interessante! Senza nulla togliere ai bei paesaggi, conoscere Janelle e Zac aveva aggiunto quel tocco speciale che cerchiamo in ogni tappa: le persone! Ci avevano accolga dopo una lezione di danza africana a casa loro, e la serata attorno al barbecue in compagni dei loro bimbi e dei loro amici era stata divertente e piacevole!
La mattina seguente ci siamo recati a casa del musicista “inseguito” nei giorni prima, che abbiamo scoperto chiamarsi Jesse Lethbridge.

Jesse il musicista (foto: Anna Luciani)
Jesse vive su una collina poco fuori dal paese a ridosso del bosco. È della west coast, si è trasferito qui con la famiglia soprattutto per dare ai suoi figli la possibilità di crescere in un ambiente accogliente, tranquillo, più vicino alla natura. Fa il musicista in giro per il mondo e suona di tutto: casa sua è invasa di strumenti di ogni genere, ma la sua passione sono l’Hang e il Didjeridoo.
Dalla sua musica e dal suo modo di vivere emerge con forza il legame con l’ambiente, la natura e le tradizioni aborigene della sua terra. Il Didjeridoo è uno strumento tipico degli aborigeni australiani solitamente ricavato da un tronco di eucalipto. Molti dei suoi strumenti li ha costruiti lui stesso con il legno del bosco: sono delle vere opere d’arte. Ci ha raccontato che sarebbe partito a breve per recarsi nelle terre di Arnhem, nell’estremo nord del Paese, per trascorrere 10 giorni insieme ad uno dei più noti maestri aborigeni, custode della cultura tradizionale, per approfondire l’arte della costruzione di questi strumenti e della musica.

Didjeridoo costruito da Jesse (foto: Anna Luciani)
Jesse ci ha raccontato anche del suo impegno in prima persone per la salvaguardia e la protezione dell’ambiente. Parte dei proventi ricavati dai suoi concerti in giro per il mondo e dalla vendita dei cd viene devoluto al fondo che ha istituito a favore della lotta contro la deforestazione, in Australia come in Brasile.
Abbiamo chiacchierato molto insieme e abbiamo ascolta la sua musica, ipnotica, profonda, tribale e armoniosa. Al momento di andare via ci ha salutato con una sorta di rito che, per l’effetto che ha avuto su di me, definirei di purificazione e rilassamento. Ha suonato il Didjeridoo “ricoprendo” i nostri corpi stesi con le vibrazioni della musica, che arrivavano forte e profonde. Una sensazione difficile da descrivere ma estremamente rilassante e rigenerante!
Per chi volesse ascoltare o comprare la sua musica e per chi fosse interessato a conoscere i suoi progetti ecco alcuni link e siti:
Il pomeriggio siamo tornata da Janelle e Zac che ci hanno accompagnato nella comunità in cui abitavano prima di trasferirsi nella loro attuale casa in campagna.
Quando si parla di “comunità”, in Italia, si pensa quasi sempre a persone un po’ alternative, solitamente giovani che scappano dalla realtà rifugiandosi nella natura per vivere liberi, senza regole, un po’ allo sbando. Ma le comunità che fino ad ora abbiamo visitato in Australia, e sappiamo essercene tantissime sparse un po’ ovunque, sono in realtà una serie di case sparse in mezzo alla natura, solitamente nel bosco, più o meno vicine tra loro ma lontane dalle infrastrutture dei centri urbani. Si tratta di persone che si gestiscono autonomamente, solitamente utilizzando fonti energetiche e di acqua alternative, vivendo nel rispetto dell’ambiente circondati dalla tranquillità del bosco. E sono case nel vero senso della parola. Costruite magari con materiali riciclati o non di prima scelta, ma dignitose, eleganti, molto curate e pulite.
Nella comunità Shambala, dove siamo stati con Janelle e Zac, abbiamo conosciuto Dorothy, la fondatrice, una signora anziana, distinta nei modi e nell’aspetto, esile, dal viso dolce, che abita tutta sola in un posto sperdutissimo e guida un 4×4. Ha vissuto 35 anni senza corrente elettrica e ancora oggi utilizza pannelli solari. Dorothy, ex insegnante, vive in una delle case più belle, meglio progettate, arredate, rifinite, che abbia mai visto, costruita con la collaborazione degli uomini del paese. Quando siamo andati a trovarla ci ha mostrato la sua casa, il suo “compost toilet” appena ultimato, la camera degli ospiti, il giardino, e ci ha offerto buonissimi frutti di jabuticaba.
I “vicini” di Dorothy sono due signori sulla sessantina. Si sono trasferiti qui circa 30 anni fa, vivendo inizialmente in una roulotte. Poco dopo hanno iniziato a costruire con le loro mani quella che oggi è una casa bellissima dove hanno cresciuto i loro due figli. Ora, da poco in pensione, si dedicano finalmente ad ultimare la loro abitazione con decori alle finestre, opere d’arte, sculture e arredi per il giardino fatti dalla signora. Coltivano l’orto. Vivono utilizzando esclusivamente acqua piovana. Sono persone normalissime che però hanno scelto di vivere lontano dal paese, immersi nella natura, lavorando un po’ di più ma costruendosi la casa dei loro sogni nel rispetto dell’ambiente e in autonomia rispetto alle infrastrutture tradizionali..
Tornando verso casa Zac e Janelle ci hanno portato al fiume per un tuffo rinfrescante prima di ripartire. Sono stati gentilissimi ed è stato un piacere trascorrere del tempo con loro e con i loro bimbi, ma dovevamo andare!

al fiume (foto: Anna Luciani)
Lo stesso pomeriggio infatti, avevamo appuntamento, a pochi km da Bellingen, con il figlio di un amico di Janelle e Zac, conosciuto la sera prima a cena: Nick Warfield.
Nick è uno scultore.

Nick Warfield e le sue opere: il “king fisher” (foto: Anna Luciani)
Utilizza pezzi di scarto, ferri vecchi, oggetti e materiali di seconda mano per creare statue bellissime, molte delle quali raffigurano uccelli ed animali tipici australiani.
Lo stile, unico e perfetto, lo rende un artista davvero interessante e molto apprezzato.
Ha iniziato la sua attività per gioco, per creare una scultura per la copertina di una rivista. Era un piccolo uccello.
Da quel momento, prima amici, poi gallerie e festival, hanno cominciato a commissionargli lavori che lo rendono oggi un artista professionista.
Ecco il link per vedere alcune delle sue creazioni:
Come ci ha detto Janelle, a Bellingen non si arriva mai per caso: sarebbe stato un peccato lasciare l’Australia senza aver conosciuto questa cittadina circondata dal fiume e dai fiori di Jacaranda!
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