Laigueglia

Laigueglia è uno dei posti più belli al mondo, per me.

Il mare azzurro e freddo, l’isola della Gallinara all’orizzonte che come una boa nel mare dà l’orientamento, la cattedrale che da dietro il budello sovrasta il paese come un custode forte e attento, rappresentano per me quello che significa serenità!

Il viaggio da Comacchio per raggiungere i nonni in villeggiatura è sempre stato una sorta di caost to coast fantozziano.
15.000 cambi di treni e autobus che duravano un’intera giornata:
– Comacchio – Ferrara
– Ferrara – Bologna
– Bologna – Voghera
– Voghera – Genova
– Genova – Alassio
– Alassio – Laigueglia!
O ancora, in alternativa, ore e ore di auto passando per Alba, dove vivevano i nonni, per poi scendere in direzione nord-sud verso la Liguria, attraversando (con papà alla guida) le Alpi, senza possibilità di fermarsi neppure quando in due vomitavamo come nel film “L’esorcista”!
Oggi un passaggio a Milano come unica via obbligatoria col treno, più comoda e veloce (oltre che cara) ma folle per chi ha un’idea della geografia.
Per fortuna mercoledì è andata meglio.
Il viaggio è stato lungo, stancante, ma il paesaggio, soprattutto da dopo Tortona, ripaga della stanchezza.
E poi arrivi, superi Alassio e il mare ti accoglie sulla sinistra con la sua vastità blu, all’orizzonte la Chiesa di San Matteo, con i suoi due campanili  barocchi che sembrano ergersi a guardia di questa piccola perla Ligure che è Laigueglia.
E d’improvviso mi risento bambina.
Apro la porta di casa e vengo accolta dal profumo di zucchero della cucina seguito da quello di mare alla vaniglia del resto della casa.
I nonni non ci sono più, ma il profumo parla di loro, di tutti i ricordi che vivi tornano alla memoria. E il tempo si ferma magicamente!

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(foto: Anna Luciani)

Hanno previsto tempo brutto per questo ponte del 2 giugno, ma fa lo stesso… Cambiare aria e passare qualche giorno tra le montagne vista mare ritempra anima e mente!

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(foto: Anna Luciani)

Appena arrivati, dopo essermi affacciata al terrazzo per respirare e riempirmi della vista, organizziamo un po’ l’appartamento e usciamo subito a mangiare: il Pirata è uno dei ristoranti migliori. Pesce (ma anche pizza e carne) di grande qualità, piatti abbondanti accompagnati da vini liguri (noi abbiamo bevuto, consigliati dal proprietario, Luca, un Pigato Le Rasseghino DOC, 2014, Azienda Agricola Bruna) strepitosi.
Non entro nel merito del menù, vi dico solo che siamo rientrati a casa la prima sera ubriachi e felici, sazi e con un bel bottino: l’indicazione di una serie di aziende vinicole della zona di Imperia e della Valle d’Arroscia, consigliateci da Luca, eventualmente da visitare nel caso non si riuscisse a stare al mare per la pioggia. Ecco l’elenco:
– Terre rosse
Sori Gorlieri
Maffone
Bio Vio
Bruna

L’indomani, festa della Repubblica, il cielo si sveglia uggioso, e il vento da mare non rende onore al clima estivo che ci si aspetta ad inizio Giugno, quindi siamo scesi con clama per la colazione all’Albatros, vecchio bar nel budello. Il Budello è la storica via del centro gremita di negozi e locali, stretta tra due alte pareti di edifici storici sorretti da piccoli archi strutturali, da cui si diramano viuzze strette. I panni stesi alle finestre sventolano sulle nostre teste e nel disordine generale ti senti circondato da un’antica e bella eleganza.

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Chiesa di San Matteo (foto: Anna Luciani)

Decidiamo di fare una corsetta sul lungo mare che porta ad Alassio. Il mare a destra, a sinistra la strada e la ferrovia che costeggiano la montagna, e in pochi km ci ritroviamo a passeggiare tra negozi “chiccosi”, vetrine glamour, circolanti da altri turisti come noi sentendoci un po’ in un formicaio. Alassio è bellissima comunque, mantiene un’atmosfera di paesello  aristocratico vero, ma per chi, come me, è abituato alla vivacità “a numero chiuso” di Laigueglia, Alassio è troppo vip e piena di gente. Quindi arrivati alla fine del centro, scrutando con occhio attento e bramoso le vetrine, per fortuna chiuse (perché era l’ora di pranzo), torniamo indietro dal mare.

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Isola Gallinara (foto: Anna Luciani)

Questa parte di costa ligure, la Riviera di Ponente, può vantare una bella spiaggia, poche decine di metri, non di più, ma quanto basa per avere lo spazio per i lettini, per le piste delle biglie, per qualche campetto da calcio, accontentando così tutte le esigenze senza quelle distese sahariane a cui io, da emiliana di mare, sono abituata! E a me piace così: in pochi metri passi dalla passeggiata lungo mare del centro paese, ad avere i piedi nell’acqua, ammirando dalla distanza giusta le bellezze architettoniche che caratterizzano questo paesi. Troppo spesso abbandonate o in decadenza, troppo spesso affiancate da veri e propri obbrobri, ma pur sempre di una bellezza senza tempo che affascina e rende splendidi questi posti!

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(foto: Anna Luciani)

Arriviamo in fretta a Laigueglia, e dopo una focaccia sul lungo mare rientriamo a casa per riposarci un po’: stasera saliamo a colla Micheri per cenare all’Osteria!

Salendo per via Castello Romano, tra l’odore di gelsomino e i colori delle bouganville, avvolti dai suoni e i profumi della pineta e ammirando, sempre più dall’alto, lo splendido panorama della riviera, si intercetta la vecchia strada romana (una facile e piacevole passeggiata), che prosegue a gradini e poi in mezzo al bosco fino a raggiungere appunto Colla Micheri, un antico borgo sul cocuzzolo della montagna. Poche case di pietre a formare un piccolo villaggio di stradine, passaggi segreti, archi e balconi ricoperti di esuberanti gelsomini.

Il borgo ha origini molto antiche, ma è stato da poco ristrutturato grazie alla passione di un escursionista norvegese che lo ha eletto suo dimora.
Molte case sono abitate, per lo meno come seconde case (alcune sono disponibili per soggiorni brevi), e tutto attorno si respira un’atmosfera fuori dal tempo ma ancora viva, un mondo magico antico, intatto, preservato nella sua identità e bellezza, ma reale, vissuto !


In uno degli edifici c’è la famosa osteria a conduzione familiare. 24 coperti in un salone che potrebbe essere quello di una cascina: spazio unico sotto un soffitto a volte, semplice, bianco, ma ben curato. Una parte della stanza è occupata dal vecchio frantoio.
Qui da sempre si mangia a menù fisso: per 30 euro due antipasti, due primi, due secondi, acqua, una bottiglia di vino (noi abbiamo scelto un Pigato, il Canneto, di Colla Micheri) dolci caffè e limoncello fatto da loro. La cucina è semplice e genuina, non parliamo di nouvelle cousin, ma di piatti rustici, caserecci, cucinati dal figlio e dalla moglie del simpatico signore che serve ai tavoli con fare apprensivo, cordiale, simpatico.
Un posto sicuramente da provare!
Un po’ storditi dalla mangiata e dal buon vino ci siamo incamminati verso le 23.00 per tornare a Laigueglia (chiaramente il posto è raggiungibile anche in auto e subito fuori le mura c’è un comodo parcheggio, ma noi abbiamo preferito venire a piedi: aiuta a godersi di più la mangiata, senza senso di colpa all’andata, e a digerire al ritorno!). Fuori piovigginava, le nuvole basse creavano una sorta di foschia. Non ci sono luci per la strada (ricordatevi di prendere una torcia nel caso vogliate andare a piedi) e l’atmosfera ricordava quasi quella di un film dal tragico epilogo, fino a quando un’immensità di lucciole hanno iniziato a rallegrare la strada, indicandoci un percorso pieno di piccole stelle a portata di mano! Un’immagine unica, uno spettacolo inatteso e incredibile… Decine di metri di strada illuminati a festa! Che serata magica!

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(foto: Anna Luciani)

Laigueglia è uno dei miei luoghi preferiti per andare al mare.
Ho milioni di ricordi qui, ogni profumo che arriva trasportato anche solo da una leggera brezza di vento riaccende nel cuore e nell’anima momenti della mia infanzia, gioventù, del mio recente passato. Ricordi dolci e pesanti di malinconia, sorrisi, abbracci, sguardi che riempiono paesaggi e scorci, ma che non ci sono più, nonostante gli odori che inebriano le narici e avvolgano il tutto siano sempre gli stessi, nonostante la Gallinara, il mare, i pini, il budello e i vicoli siano sempre lì, al loro posto. Qui rimane sempre la dimensione ideale per godersi un mare bellissimo, azzurro, pulito, trasparente, sicuro, senza troppa folla, in un paese ancora vivo e a misura d’uomo. Peccato davvero che nei giorni trascorsi la pioggia non ci abbia dato tregua se non per poche ore venerdì.

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Torre Saracena (foto: Anna Luciani)

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un pescatore (foto: Anna Luciani)

Per fortuna il territorio attorno offre tanto, e oltre allo shopping ad Alassio e alle varie escursioni di trekking su per le colline, si può far visita al paese medievale di Toriano, e da lì salire fino all’entrata delle grotte.
La proposta è partita da Simone. Non mi piace mettermi di traverso, e non avendo proposte alternative da fare ho accettato seppur con qualche perplessità: non sono una grande fan della speleologia, per quanto affascinante, e il senso di claustrofobia che mi prende a qualche metro sotto terra non è dei più piacevoli, senza considerare che dopo aver vissuto un terremoto mi sento  parecchio sensibile ai luoghi “privi di vie di fuga”.
Ma al di là delle mie fobie … Ste grotte sono state una grandissima scoperta!
Il percorso è lungo circa 1000 m. e le formazioni calcaree e minerali in genere sono incredibili. Forme e geometrie spettacolari, curiose, frutto di una natura che si mostra nella sua grandezza e forza, senza considerare l’età di un ambiente quasi surreale!! Sono rimasta strabiliata!

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Grotte di Toriano (foto: Anna Luciani)

Dopo la visita ci siamo allungati ad Albenga, cittadina dell’interessante (piccolo) centro storico, attraversato velocemente per raggiungere un posticino davvero delizioso : la Cantina del Re Carciofo, un locale da apertivo/cena. Contesto direi “provenzale”: semplice curato elegante e molto verde: piante aromatiche e alberelli fanno da cornice a calici di buon vino e taglieri di affettati.
L’idea dopo l’aperitivo ero quella di una cena di pesce sul mare. Peccato che per prenotare abbia chiamato io, riservando un tavolo per due alla Taverna sul Mare…di Pozzuoli! Maledetto Google! Abbiamo ripiegato un po’ mestamente sul ristorante di un camping lì vicino, un po’ alla buona ma rustico e singolare al punto giusto. “Ci vediamo da mario” il nome del ristorante, e Mario è un soggetto davvero singolare: una sorta PR con l’aspetto di Renato Zero. Il nostro piano B si è rivelato un’esperienza divertente e appagante: abbiamo mangiato un menù delizioso e super abbondante… Consigliatissima la zuppa di pesce.

Il week end è finito in fretta, l’ultimo giorno trascorso a leggere al mare e a passeggiare fino a Capo Mele è passato un po’ grigio e malinconico, ma solo perchè non avevo molta voglia di tornare a casa… ma un pensiero mi rallegra: torneremo presto!

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2 risposte a “Laigueglia

  1. Pingback: VORREI POTERTI MANDARE IL PROFUMO – IL MIO POSTO DEL COURE, LAUGUEGLIA | viaggio a modo mio·

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