#viajosola

viajo solaIeri sera stavo leggendo distrattamente i post su facebook e mi sono soffermata quasi per caso sulla foto di due ragazze che sorridevano allegre, un sorriso pieno di vita e di gioia!

La foto è di Marina Menegazzo e Maria José Coni, due ragazze argentine in viaggio, due ragazze che amavano la vita, che sapevano che il mondo è pieno di colori, di gioia, di emozioni. Due ragazze di vent’anni alla scoperta di alcuni dei luoghi più suggestivi del mondo… Due ragazze come tante. Come me che, alla stessa età, vivevo come studente a Curitiba, in Paranà (Brasile).

In quell’anno, era il 2003/2004, ho viaggiato senza sosta, per tutto il Brasile, in Argentina, Uruguay, Paraguay, Cile… Spesso da sola, a volte con amici brasiliani ma il più delle volte in compagnia di due care amiche, Alessandra e Dora. Tra di noi ci chiamavamo per scherzare “as meninas super poderosas!” Ogni volta che si preparava lo zaino venivamo colte da una euforia incontenibile. Ci sentivamo padrone di un mondo meraviglioso, della nostra vita fatta di scoperte, nuove emozionanti avventure, imprevisti e a volte difficoltà che riuscivano però sempre ad affrontare con ironia e con una semplice risata! Io sono stata una di quelle due ragazze. Mi sono divertita come loro, ho sognato come loro e amato (tutt’ora amo) il mondo come loro.

Ho conosciuto tante persone, continuo a viaggiare ospitando e facendomi ospitare a casa di sconosciuti (facendo couchsurfing o con Airbnb)… E non posso non rimanere sconvolta nel leggere una notizia del genere.

La violenza e la disumanità di questa storia, la profonda ingiustizia di due vite così splendenti rubate con una brutalità e un’indecenza inconcepibili sono terrificanti. Ma è doppiamente terrificante assistere, oggi, dopo tante lotte, dopo le conquiste (presunte ma non reali) sociali e culturali in fatto di rispetto e parità della donna, alla stupidità, all’ignoranza delle persone che si permettono di commentare, magari tra le righe, drammi del genere con un offensivo e volgare “se la sono cercata”.

Questi drammi ti fanno riflettere. Tante volte sono stata io la prima a dire che, “da donna”, ho sempre tenuto gli occhi aperti, ho sempre condizionato il mio modo di fare e di muovermi, perché era più sicuro… E l’ho fatto realmente, spontaneamente perché così mi è stato insegnato, così la nostra società ha sempre pensato fosse giusto comportarsi. Perché una donna che viaggia sola, o poche amiche all’avventura, agli occhi di molti, sono ancora ragazze fuori dagli schemi, ragazze che si mettono in pericolo, ragazze poco serie, ragazze che decidono di esporsi a rischi.

E invece sono solo ragazze che vivono, e vivono al massimo, e credono che il mondo sia ancora pieno di emozioni, di posti magnifici e belle persone. Sono donne che hanno fiducia nel prossimo, ragazze con la testa sulle spalle, ragazze e donne “per bene”, che rispettano il prossimo e vogliono essere rispettate.

Sono ragazze, donne, persone che hanno il diritto di andare, e il diritto di tornare.

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