23/26 dicembre 2016
Siamo salpati!
Issate le vele: si parte alla scoperta delle magnifiche Whitsundays Islands!
Le isole che compongono l’arcipelago sono circa 74 disseminate nel mare tra la costa di Airlie Beach e il Great Barrier Reef (la barriera corallina).

mappa
Airlie beach è un piccolo paese nel nord del Queensland molto grazioso. Pieno di bar, locali, agenzie di viaggio, negozi per il mare, campeggi e qualche hotel. È costantemente invaso da backpackers europei: ragazzi giovani, e un po’ meno giovani, che viaggiano low cost con lo zaino in spalla. L’atmosfera che si respira, nonostante sia davvero molto turistica, è allegra, positiva, solare. La sera forse un po’ troppo modaiola per i nostri gusti, ma c’è spazio anche per passeggiate tranquille o una birra in qualche locale fronte mare (non troppo tardi però, perchè in Australia, anche in altissima stagione e in zone super turistiche, le cucine dei ristoranti e quasi tutti i locali chiudono prestissimo! intendo dire le 22.00…).
Il paese si affaccia su una marina piena di barche, grande e organizzata. Qui ci sono alcuni locali perfetti per trascorrere una mattinata in relax osservando le barche a vela e i catamarani che vanno e vengono in continuazione. Airlie però vanta anche delle splendide spiagge tropicali… e completamente deserte.
Godersi il mare qui non è così facile: al di là degli squali, che fino a riva, per fortuna, ancora non arrivano, il pericolo delle meduse è reale, e così, turisti e non, preferiscono rilassarsi alla Lagoon.
La Lagoon è un grande complesso acquatico, pubblico e accessibile tutti i giorni tutto il giorno perché aperto, fronte mare, costituito da un’enorme piscina di acqua salata dal disegno sinuoso, e circondata da un parco verde, ben curato e attrezzato con bagni e docce pubbliche e tavolini per i pic-nic sotto gazebi che proteggono dalle piogge (che in questo periodo cadono più volte al giorno).
Tantissimi giovani, ma anche famiglie con bambini si rilassano e divertono in questo grande parco divertimenti, sotto l’occhio attento dei bagnini o trovando ristoro all’ombra delle palme.
Airlie è davvero un posto rilassante!
Venire qui però senza barca (a noleggio, di proprietà, o di qualche tour organizzato) non ha senso: per quanto piacevole sia stare in paese, il vero motivo per arrivare ad Airlie è quello di visitare le Isole Whitsundays! I costi per organizzare escursioni di uno o due giorni non sono proprio alla portata di tutti e, al di là di questo, non è così che a noi piace viaggiare. Per fortuna tra i couch che avevamo contattato ad Airlie c’era Tim, un signore senza età, un capitano dallo sguardo dolce, segnato dal tempo, coraggioso e gentile, che ha accettato la nostra richiesta di couchsurfing e ci ha ospitato 4 giorni sulla sua Wahroonga, una barca a vela di 20 metri vecchio stile: nessun motore ma 11 vele che Tim e suo figlio Jules domano perfettamente quasi fossero cavalli con i quali correre spinti dal vento sulle onde del Pacifico!
Non ero mai stata più giorni su una barca a vela, ed osservare la maestria con la quale le mani forti dei due marinai muovevano le corde, creavano nodi, recuperavano l’ancora, issavano e ammainavano le vele ad ogni cambio di vento, mi è sembrata pura magia. Com’è possibile navigare quando apparentemente il vento non c’è o soffia “al contrario”?
È sicuramente uno sforzo fisico notevole, ma si provano un’emozione e un’adrenalina incredibili quando lo scafo si inclinava di 35 gradi rispetto al mare, sfrecciando a più di 6 nodi all’ora trainato dalle vele gonfie di vento.
Attorno a noi decine di barche a vela ultimo modello, catamarani spaziali, persone comodamente sdraiate in prua a prendere il sole sorseggiando vini gelati… ecco, sulla barca di Tim certe comodità non esistono, e magari lo smalto della fida Wahroonga è un po’ sbavato di ruggine, l’ordine è un concetto relativo, soprattutto quando, alla prima virata, in stiva vola tutto a destra e sinistra. Con Tim il mare l’abbiamo vissuto, affrontato, rispettato e abbiamo apprezzato al massimo ogni tappa raggiunta, conquistata, godendo poi del relax di paesaggi meravigliosi e di una natura forte vissuta profondamente. Con Tim e Jules abbiamo trovato ciò che cercavamo: un’esperienza vera, intensa.
Tim è stato il nostro capitano. L’apparenza di lupo di mare nasconde, neanche troppo, un uomo gentile, un’anima buona, generosa, accogliente. Ama la natura, nella quale trova energia, pace, serenità, e ha deciso di condividere questo suo stile di vita, questa sua visione della vita, semplice ma profonda, con chiunque ne abbia il desiderio o la curiosità. Mette a disposizione la sua barca, le sue conoscenze, ma anche il suo tempo e le sue energie, per mostrare, in questo caso a noi, le bellezze che lui vive ogni giorno, condividendo paesaggi, albe, tramonti, come fossero segreti da rivelare ad amici fidati. Sempre pronto ad elargire sorrisi, impegnandosi al massimo per farci vivere quattro giorni bellissimi, Tim è stata una di quelle persone che difficilmente scorderemo.

Tim, il nostro capitano (foto: Anna Luciani)
Jules è suo figlio, vivono insieme da due anni. È un ragazzo allegro, tranquillo, ama il mare e condivide con il padre questa passione. Pesca con un entusiasmo contagioso, e grazie a lui abbiamo mangiato il fritto dicalamari più buono degli ultimi anni.
Lui pescava e Tim cucinava per noi: pesci (da provare la trota corallo!!! Il nostro pranzo di Natale ), calamari, addirittura la pizza fatta da Tim e cotta in un apposito fornelletto.
Tim e Jules ci hanno portato fuori dalle rotte turistiche, gettando l’ancora in baie protette e bellissime attorno a Hook Island, a nord.
Qui abbiamo contemplato tramonti meravigliosi cullati dalle onde, dormito al chiaro di stelle sull’amaca in poppa (anche perché, diciamoci la verità, a volte in stiva l’aria diventava “un po’ pesante”), pescato pesci oceanici dai colori dell’arcobaleno, barracuda, calamari, razze (li abbiamo rilasciati quasi tutti…), e abbiamo fatto snorkeling nella barriera corallina!
Per me era la prima volta: non immaginavo quanto meraviglioso fosse il mondo sommerso. Nuotare circondata solamente da pesci e coralli, nell’immensità del mare, è stata un’emozione grandissima che mi ha stupita e affascinata.
(Perdonate le decine di foto… ma non contengo l’entusiasmo, è impossibile scegliere!)
I giorni in barca sono trascorsi in una dimensione temporale strana: lunghissime pause rilassanti, cullati dalle onde costanti, stesi sull’amaca ad ammirare il mare che passava da un color grigio antracite al turchese più splendente e le stelle che brillavano come diamanti.
E poi, quando il vento si alzava e l’ancora veniva alzata, un turbinio folle di muscoli tesi, corde tirate, vele spiegate, tutto diventava improvvisamente veloce, frenetico, apparentemente pericoloso, emozionante.
Quattro giorni sono pochi per imparare a navigare. Il nostro contributo sulla barca era più vicino a quello dei mozzi che dei marinai, ma il capitano ci ha donato una traversata bellissima.
Non avremmo potuto sperare in meglio venendo in questo arcipelago meraviglioso.

La Crew al completo
altre foto:
Tim il capitano
Tim il cuoco
Dormire in barca
noi
INFO
LOCALI: ad Airlie non siamo usciti molto, ma ci è capitato di trascorrere qualche ora, o di mangiare del buon pesce, in alcuni locali che consiglio:
- Bohemian Raw Cafe: Si trova alla Marina. Locale semplice, ben arredato, dai colori sobri e dal cibo organico e salutare. Ottimi frullati, açai, cibi vegani e gustosi, tutto vista mare e barche. Aperto solo fino alle 15.00 è un ottimo posto per rilassarsi, scrivere, leggere.
- Fish d’vine: È forse il più buon ristorante di pesce a prezzi medio/alti ma accessibili, del paese. Qui cucinano anche il pesce che i clienti pescano autonomamente durante il giorno. Il banco del pesce fresco è a vista. I piatti sono buoni, abbondanti e vari. Ricchissima anche la scelta per quanto riguarda il bar, con un’ottima lista di rum. Mojito eccezionali!
- Whitsunday Seafood Bar: è un negozietto coi tavolini fuori, molto rustico e alla buona: pesce fritto o alla piastra, prezzi bassi ma ottima qualità. Noi lo consigliamo per una pausa pranzo veloce ma gustosa, o per una cena dell’ultimo minuto (alle 20.30 la cucina chiude!)
@momondo #owtraveler #admomondo
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