Este, un pomeriggio per caso

Venerdì scorso sono tornata a casa dal lavoro nel primo pomeriggio, stravolta come sempre, assonnata, ma piena di aspettative per l’inizio del fine settimana. Anche quando non c’è nulla in programma, anche sapendo che molto probabilmente trascorrerò il tempo libero muovendomi come un bradipo sorridente, godendomi la lentezza e le piccole cose quotidiane che durante la settimana attraverso in apnea, il venerdì sono felice.

Mi siedo a tavola e Simone mi aggiorna sugli approfondimenti e le novità relative alla sua rinnovata passione per i Lego: oggi alle 17.00 dobbiamo andare ad Este per un “investimento”!

Lo sapevo: amo il venerdì, amo quella sensazione di possibilità che custodisce per definizione… ed amo ancora il brivido di salire sulla macchina, per andare in posti sconosciuti, senza orari, senza aspettative, rilassata. OK, lo ammetto, ultimamente mi emoziono con davvero poco, ma alla fine tante piccole cose insieme rendono la vita molto più piacevole, e poi quanto è bello nel fine settimana avere IL TEMPO per fare le cose?.

Gli appuntamenti erano 2, verso le 18.00. Al secondo campanello ci accoglie una signora sulla cinquantina, ci consegna la scatola e ci chiede “voi avete mai visto Este? Vale la pena fare un giro…!”.

E così, con la scusa dell’orario e del sole caldo di primavera, della vicinanza con i colli Euganei, garanzia di buoni vini, abbiamo parcheggiato vicino al centro e ci siamo incamminati per le vie.

Subito siamo attratti da un cartellone, appeso fuori alla Vecchia Pescheria, che invitava i passanti a visitare la mostra di un certo Mario Lasalandra. Ammetto la mia completa ignoranza, non conoscevo questo artista originario di Este, e nonostante fossi poco convinta la mostra fotografica si è dimostrata estremamente interessante. Numerose foto in bianco e nero interessanti per la composizione, originali, a volte sperimentali, sempre emozionanti.

La mostra prevede tre spazi dislocati nel centro (la pescheria vecchia, il teatro dei filodrammatici e la sede medusa, ex vescovile), e questo è stato un validissimo motivo per girovagare per le vie del centro alla ricerca delle altre tappe.

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Pescheria Vecchia, Este (foto: Anna Luciani)

È stata una visita veloce, limitata al centro, ma interessante.

Parcheggiando vicino alla vecchia Pescheria ci siamo diretti verso Piazza Maggiore superando subito la bella Torre Civica della Porta Vecchia.

aNNa.schramm - Torre Civica di Porta Vecchia, Este

Torre Civica della Porta Vecchia, Este (PD) (foto: anna schramm)

Da lì lo sguardo, seguendo la via, punta direttamente al Castello d’Este risalente al XV sec. Collocato su di un’altura, per poter avere il controllo sul territorio circostante. Il Castello è circondato da mura che si estendono per circa un chilometro, intervallate da dodici torrette. Al loro interno un bel parco pubblico.

Il centro appare come un piccolo gioiello raccolto, curato ed ordinato. Numerosi palazzi storici in ristrutturazione o da poco restaurati: facciate lisce di colori pieni, scuri colorati rendono le architetture eleganti nella loro sobrietà, vie pedonali dove ogni scorcio attira lo sguardo sorprendendo per la bellezza delicata. Peccato che la maggior parte dei palazzi e tanti negozi sembrassero comunque disabitati nonostante tutto fosse appena “dipinto a nuovo” e ben tenuto”. Il paese interno, a dire il vero, sembrava svuotato, pochissime persone, la maggior parte riunite in Piazza Maggiore dove si stava tenendo una conferenza sulla scrittura. Qua e là qualche palazzo in declino, rovinato, ma comunque affascinante lasciava immaginare quale potrebbe essere il suo potenziale se sistemato.

www.meteweekend.it

Piazza Maggiore, Este (PD) (fonte: sito del comune di Este)

(Brevissima considerazione polemica: è triste vedere quanto patrimonio storico inutilizzato ed abbandonato esista nei nostri centri, mentre nelle periferie i “lotti liberi” continuano a saturarsi di palazzine anonime e di bassa qualità. Non sarebbe il caso di investire su ciò che esiste, senza altro consumo di suolo e valorizzando i beni architettonici che il nostro passato ci ha lasciato? Magari cercando di incentivare gli interventi sul patrimonio storico/architettonico, cercando di unire la tutela e la valorizzazione con la possibilità di intervento, limitando per quanto possibile la pressione vincolistica e procedurale oltre che economica. Il sistema di tutela oggi rappresenta più che una garanzia di salvaguardia del bene, un onere talmente pesante per i proprietari o i possibili acquirenti da divenire una vera e propria condanna al degrado e all’abbandono!).

Este vanta molti monumenti di valenza storica, chiese, palazzi, ma anche ville sparse nel dentro e fuori il centro storico, ma il tempo a disposizione non era molto, quindi, dopo una passeggiata alla luce del tramonto e raggiunte le altre due postazioni della mostra, ospitata all’interno dell’ex palazzo Vescovile, ci siamo fermati all’Osteria “Antico Sirone”.

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Piazza Maggiore (fonte: sito del Comune di Este)

L’idea era berci un bicchiere di rosso del posto e poi tornare verso casa, ma il cabernet dei colli euganei che ci hanno consigliato, bevuto leggendo il menù che il locale proponeva per la cena ha avuto un effetto calamita: baccalà mantecato per me, petto d’anatra per Simo come antipasti e a seguire moscardini alla veneziana, il tutto bevendo un ottimo Mottolo, Vigna Maré (cabernet del 2012).

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Osteria “Antico Sirone” (foto: Anna Luciani)

Pomeriggio inaspettatamente interessante, serata perfetta…da ripetere sicuramente. Un altro giro ad Este secondo me varrebbe la pena, magari prendendosi un week end per girovagare per i colli euganei e visitando quella che tutti dicono essere una perla del posto: Arquà Petrarca! Alla prossima scatola di Lego non mancheremo 😉

Intanto buon venerdì!

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