BRASIL… meu amado Brasil!

PREMESSA

Sono fuori tempo massimo…lo so.

Il viaggio oramai è iniziato da parecchio, e sono iniziate anche le puntate del programma che con Simone abbiamo girato zingarando per il Sudamerica (couchsurfers! #duesopraildivano, all’interno delle Falde del #kilimangiaro, su #rai3 la domenica pomeriggio)… e quindi forse non vale la pena ripercorre le tappe come se fosse un diario, visto che arrivo con un ritardo di anni direi… ma essendo questo un mio spazio, smetto con queste limitazioni imposte dalla logica e dal buon senso e seguo il tempo che riesco!

Dopotutto ciò che è stato fatto e vissuto vale pur sempre… le cose viste non si cancellano… quindi credetemi, ciò che scriverò è tutto vero, anche se accaduto un po’ di tempo fa!!

DICEVAMO … IL BRASILE!

Il mio primo amore, non perché sia stato il primo viaggio fatto da sola, prima dell’America Latina sono venuti tanti altri luoghi, belli, interessanti, emozionanti… ma il Brasile mi è rimasto nel cuore come nessun altro posto fino ad ora!

Avete presente la famosa “saudade” dei calciatori brasiliani in Italia? Non è una scusa semplicemente per avere una licenza e tornare a casa per il Carnevale…. È una malinconia cronica, è una forma di ingrigimento umorale, mentale, psicologico ma anche cutaneo (evito di postare una mia foto ora senza trucco… dopo mesi di nebbia padana… Ma immaginate il grigiume), è un richiamo forte verso il Paese verde e oro per ritrovare colore e allegria.

Ho vissuto in Brasile per un anno durante l’Università, a Curitiba.

L’ho girato in lungo e in largo, da sola e in compagnia a soli 21 anni… mi sono sentita forte, mi sono sentita capace, ma soprattutto mi sono sentita padrona di una vita che si stava aprendo su orizzonti sconfinati, pieni di foglie, di fiori, di gente sorridente, di frutti esotici. Mi affacciavo al mondo, e iniziavo a capirne la vastità, la prepotenza, ma anche l’accoglienza e la bellezza. Ho conosciuto la miseria, la povertà, la violenza, la generosità fine a se stessa, l’allegria, la gioia vera per la vita guardando tutto con occhi ancora ingenui. E non ho avuto paura… anzi, mi sono innamorata di quella sensazione, di quell’emozione, di quel sentimento che sentivo ogni volta che salivo su un autobus pronta per una nuova avventura!

Forse sarebbe successo anche in Ubzekistan… però credo che il Brasile abbia quell’umanità unica e travolgente che non lascia indifferenti… quindi se ti entra dentro non ne esce più.

E tu, povero europeo freddino, quando torni da mesi trascorsi ai tropici, inizi un processo di sbiadimento (la saudade appunto) che puoi interrompere solo riprendendo l’aereo!

Ora, è inutile spiegare perché, stufa di una società alla frutta, in cui economia, ma anche valori e qualità della vita avevano (hanno) raggiunto livelli di una bassezza demoralizzanti, io abbia pensato di prendere un aereo e andare proprio lì, nel mio amado Brasil, per ritrovare un po’ di colore, buonumore, entusiasmo … e magari un lavoro.

Il lavoro non l’ho trovato, ma tutto il resto sì… e anche qualcosa di più!

Ed ecco cosa è successo…

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