Viaggio ad Atene e nel Peloponneso itinerario: Cosa Vedere in una Settimana

Un itinerario di viaggio ad Atene e nel Peloponneso: cosa vedere in una settimana

Per avere qualche dritta su come organizzare il viaggio, in questo articolo ho raccolto alcuni consigli e informazioni utili “ATENE E PELOPONNESO – CONSIGLI UTILI (AGOSTO 2025)“, dove vi parlo di:

  • AUTO
  • SPOSTAMENTI 
  • ASSICURAZIONE VIAGGIO 
  • BIGLIETTI PER I LUOGHI CULTURALI 
  • DORMIRE
  • MANGIARE

Ma torniamo al nostro

ITINERARIO

itinerario atene peloponneso

Giorno 1: Atene

una giornata ad Atene: visita al centro, attraversando a piedi Exarcheia (quartiere che consiglio per soggiornare: comodo per spostarsi a piedi e anche ben servito dalla metro), Omonoia, Monastiraki, Plaka. Sono le zone più centrali e turistiche, ma avendo pochissimo tempo abbiamo ritenuto giusto partire da qui, toccando alcuni (pochi rispetto a quanto offre la città) dei luoghi più rappresentativi: 

  • Antica Agorà
  • Museo dell’Acropoli 
  • Acropoli 
  • Collina Filipappo per godere di un bellissimo tramonto vista acropoli.

Nell’articolo “ATENE E PELOPONNESO – CONSIGLI UTILI (AGOSTO 2025)” trovate tutti i siti per l’acquisto e la prenotazione dei biglietti per accedere ai siti.

Giorno 2: Epidauro, Micene, Nafplio

Partenza da Atene la mattina per raggiungere prima il Teatro di Epidauro e l’intero sito archeologico, poi l’antica Micene: Porta dei Leoni, complesso archeologico, Museo e Tomba di Agamennone. La sera siamo arrivati a Nauplia/Nafplio.

Scaricate le valige siamo corsi nella spiaggia Paralia Arvanitias subito sotto al paese, raggiungibile a piedi. Piccolissima spiaggia di ghiaia attrezzata, ma possibilità di stendersi sulle rocce e scendere con comode scalette o tuffandosi direttamente in mare.

Vi consiglio, soprattutto al tramonto, la passeggiata che dalla spiaggia raggiunge il centro del paese: un sentiero scavato nella roccia, molto semplice e rilassante scavato lungo la parete del promontorio su cui si sviluppa il complesso storico del paese. Mare, vegetazione mediterranea, roccia, tantissimi gatti e un cielo meraviglioso. Il paesino è molto turistico, ma uscendo dalle due strade principali si possono trovare angoli rilassanti e piacevoli.

Proprio sulla collina alle spalle del centro storico, un’altura di 216 metri che veglia sulla cittadina, si trova una fortezza veneziana: le Palamidi (1686-1715). Per raggiungerla, dal paese, si possono salire 857 scalini. Indovinate da dove abbiamo visto l’alba l’indomani?

Giorno 3: Nafplio, Malvasia, Pouda Beach, Lachi

Nauplia/Nafplio. Sveglia all’alba per salire sulla fortezza (Palamidi) per vedere il sorgere del sole e subito dopo, giù dagli 857 per raggiungere la spiaggia. Uno dei bagni più belli: mare piatto. Opalescente in lontananza, rifletteva un cielo rosa/lilla che metteva serenità solo a vederlo. Da vicino un’acqua piena di pesci, cristallina. Fresca e invitante. Oltre a noi solo una decina di anziani. Sembrava, forse era, il loro ritrovo: la spiaggia (finalmente) solo per loro, che potevano chiacchierare e muoversi lentamente godendo di tutta quella bellezza. Prima di ripartire una colazione tra le migliori e più ricche mai mangiate e poi via verso Malvasia.

La strada regala panorami splendidi, sia nel tratto che costeggia la costa, sia quando, ad un certo punto, entra tra le montagne attraversando vallate e superando passi affascinanti. Peccato per la pioggia e la temperatura, scesa da 30 gradi a 14 (in agosto).

Siamo arrivati a Malvasia verso le 16.00. Era caldo e soleggiato, ma il paesino merita davvero una visita. anche in questo caso, prima di sedervi in uno dei localini del centro, provate a perdervi tra le stradine che salgono sul pendio e portano al faro. Salite le scale e affacciatevi dalle terrazze sulla distesa infinita di blu. Un piccolo borgo medievale che resta sospeso, nel tempo, sul mare.

Da Malvasia siamo scesi fino a Pouda Beach, proprio davanti a Elafonissos. L’idea era di dormire in zona per andare sull’isola l’indomani e trascorrere la giornata tra le sue splendide spiagge, tra cui la famosissima Simos beach. Abbiamo dormito a Lachi (Λάχι), in un posto molto semplice ma con una vista spettacolare su tutta la costa. La serata si è rivelata più complicata del previsto a causa della difficile viabilità dei paesini di montagna: vie strette, a doppio senso, salite impegnative. Siamo arrivati a cena esausti. 

Per fortuna il posto si è rivelato un ristorantino di ottima qualità, a prezzi modici, con un personale molto gentile e disponibile. Noi siamo arrivati tardissimo (colpa mia) ma se prenotate mettetevi vista mare. 

Cena qui: Άμα Λάχι

Giorno 4: il Mani, Gytheo, Grotte di Diros, Porto Kagio, Vathia

Pensandoci, considerando che più che le spiagge di sabbia preferiamo le calette con la roccia, temendo anche di trovare troppa confusione, alla fine abbiamo deciso di non fermarci a Elafonisos ma di proseguire per il terzo dito, nella penisola del Mani, e abbiamo fatto bene.

Forse questa è stata la zona che più ho amato.

ha un’anima molto diversa dal resto.

Un’anima rude, brulla a tratti brusca, ma estremamente affascinante.

A mio parere è la zona più affascinante tra quelle visitate.

Alte montagne puntellate di ulivi, giallo e verde desaturati, illuminate da un sole caldo e da una brezza costante.

Disseminate qua e là, rovine di piccoli borghi, antiche roccaforti di nobili decaduti, fatte di torrette in pietra che dominano dalle vette delle colline il paesaggio sottostante. E poi le scogliere, che si tuffano nel blu di un mare intenso, che trova pace nelle piccole calette riparate colorandosi di un azzurro trasparente. Poche case, ogni tanto, affacciate sui porticcioli.

Quiete, spazio, aria, mare a perdita d’occhio.

A pranzo ci siamo fermati a Gytheo, mangiando una specie di erbazzone nell’isolotto del faro, seduti sulle rocce davanti al mare.

Abbiamo proseguto verso sud, direzione Grotte di Diros, una tappa davvero affascinante e che consiglio. Amo le grotte: queste si visitano per la maggior parte su una barchetta. Peccato che le spiegazioni fossero solo in greco. In ogni caso l’esperienza vale la pena. C’è anche una bellissima spiaggia. Noi però abbiamo proseguito verso sud: direzione Porto Kagio.

Il mani, oltre a montagne e scogliere meravigliose, è puntellato di calette e spiagge davvero bellissime. Se avete tempo programmate qualche giorno qui.

La strada ha attraversato Vathia, un villaggio della Grecia meridionale, situato nella penisola di Mani, nella Laconia sud-orientale, vicino alla città di Oitylo. È in gran parte abbandonato. Vathia è noto per le sue case-torri in collina che dominano il paesaggio circostante. 

Arrivati a Porto Kagio, dove l’unica strada del paese, sterrata, è anche il lungo mare con gli sdraio, abbiamo capito di essere nel posto giusto. Un ex paesino di pescatori, anche qui sicuramente turistico ma molto piacevole e rilassante.

Scaricate le valigie a Porto Kale (il nostro b&b) il proprietario ci ha proposto un giro in barca (gartuito) e un tuffo nella baia! Una fine giornata perfetta.

Cena consigliata: Akrotiri Taverna

Giorno 5: Porto Kagio, il sud del Mani, il faro, Gerolimenas

Porto Kagio: mattina giro per la baia in Kayak, bagno nelle calette e partenza verso sud, per raggiungere le ultime tre spiagge del “dito”. Una più bella dell’altra. Dal parcheggio, la prima a sinistra era un po’ affollata. Siamo rimasti per un pranzo veloce e un bagno, per un’oretta nella seconda, dove un “comodissimo” albero ci ha regalato ombra nelle ore più calde, poi ci siamo spostati verso la terza.

Qui, una volta ammirata la pavimentazione di un’antica villa romana, abbiamo deciso di proseguire fino alla punta per vedere il faro, il punto più a sud del continente (dopo Tarifa).

Considerate almeno 45 min andata e 45 min il ritorno. Consiglio, per comodità e sicurezza, scarpe da camminata (noi avevamo le scarpette da scoglio), coperti con un cappello e protetti con la crema solare e gli occhiali da sole. La passeggiata ha lunghi tratti in salita ma mai troppo difficili, è esposta ai venti, ma questo è un bene. Il panorama è fantatistico. Se siete in zona fatela.

Tornati, un po’ sudati, accaldati e impolverati, abbiamo fatto un ultimo bagno e poi ci siamo diretti a Gerolimenas, altro grazioso paesino incastonato tra le scogliere altissime del mani.

Cena lungo mare Akrotainaritis (ho aggiunto il link a boooking: è lo stesso posto in cui abbiamo dormito).

Giorno 6: Gerolimenas, Paralia Kalamitsiou, Corone

Gerolimeas: Colazione, lungo bagno lungo tutta la baia, tornando io ho perso il mio boccaglio, ma succede. Siamo partiti in direzione Foneas beach, spiaggia molto scenografica ma super affollata. Se avete tempo fermatevi a Limeni. Alla fine noi siamo riusciti a trovare un piccolo angolo riparato e appartato nella spiaggia Paralia Kalamitsiou. Comodo parcheggio, mare stupendo. Verso le 17.00 siamo ripartiti in direzione Corone.

Passeggiata fino al castello, birretta sul muretto della passeggiata sotto la rocca, e poi cena con una pita Gyros in questo locale super frequentato e molto buono: Ovelistirion Diamantakis.

Giorno 7: Voidokilia beach

La mattina pensavo saremmo tornati verso la capitale, avendo l’aero la sera. E invece: sorpresa! Ultima tappa, a cui a dire il vero io tenevo molto.

Partiti presto siamo arrivati a Voidokilia beach, una delle più iconiche. Abbiamo passeggiato lungo tutta la spiaggia e siamo saliti sulla vecchia fortezza di Navarino per godere lo spettacolo di questo posto incredibile dall’alto. Vale la pena. Se avete le scarpe è più facile, o sandali chiusi.

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E’ stato un viaggio intenso, pienissimo di tappe. Siamo stati via solo una settimana ma è stata perfetta. Sicuramente veloce e non troppo rilassante, ma ricca di profumi, panorami, situazioni e realtà diverse. Avrei voluto più tempo. Credo che il viaggio meriterebbe almeno una settimana in più, per approfondire, darsi il tempo di sperimentare, conoscere un po’ più a fondo. In una settimana non è neanche necessario percorrere tutte le dita, potete dedicarvi a zone più limitate, tanto ritornerete!

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